Per la rubrica "Ciak si legge", questa settimana ci immergeremo nell'eleganza della Reggenza con i romanzi di Julia Quinn che hanno trovato una loro trasposizione anche sul piccolo schermo grazie a Chris Van Dusen e alla produttrice Shonda Rhimes.
Julia Quinn, abile autrice del romance storico, ci porta nell'Inghilterra del 1813 con la sua serie Bridgerton, composta da otto romanzi che narrano le vicende amorose dei membri della suddetta aristocratica famiglia londinese. Ogni libro si concentra su un protagonista diverso, permettendoci di conoscere a fondo la personalità e le ambizioni di ogni Bridgerton.
La scrittura di questa autrice è elegante, ironica e coinvolgente, e ci trasporta nell'atmosfera vivace e spesso scandalosa della Reggenza. Le sue descrizioni dettagliate degli ambienti, dei costumi e delle usanze dell'epoca ci fanno sentire parte del mondo dei Bridgerton. Le storie d'amore sono certamente il fulcro dei romanzi dei suoi romanzi, ma non sono l'unico elemento che li rende così speciali. La Quinn esplora con profondità e sensibilità tematiche importanti come le differenze di classe, le convenzioni sociali, le aspettative familiari e la ricerca della propria felicità.
I personaggi della serie sono il vero punto di forza di queste storie. Julia Quinn li delinea con maestria, rendendoli complessi, sfaccettati e assolutamente realistici. Leggendo di loro, conosceremo i loro punti di forza e di debolezza, le loro gioie e i loro dolori, affezionandoci a loro pagina dopo pagina.
E la trasposizione cinematografia iniziata nel 2020 e giunta attualmente alla terza stagione? La serie mantiene l'eleganza e il fascino dei romanzi, pur adattando e ampliando alcune trame per il piccolo schermo.
Uno degli aspetti più affascinanti della serie televisiva è la sua rappresentazione visiva dell'Inghilterra della Reggenza, con le sontuose ambientazioni, i costumi elaborati e l'attenzione ai dettagli storici che trasportano lo spettatore direttamente nel cuore del XIX secolo.
Un altro elemento cruciale del successo della serie è la scelta del cast. Phoebe Dynevor (che interpreta Daphne Bridgerton) e Regé-Jean Page (nel ruolo di Simon Basset, il Duca di Hastings), aprendo le danze, hanno conquistato il consenso del grande pubblico, introducendo altri personaggi e attori che nelle stagioni successive consolidano la loro presenza nella storia, acquistando, di volta in volta, una loro centralità nella narrazione, come nei libri.
A parte questo, nella serie TV, pur mantenendo una visione romantica, vengono introdotti elementi moderni e inclusivi, come il casting diversificato e la critica alle ingiustizie sociali del passato, che sono a mio parere uno dei limiti di questo amatissimo prodotto.
L'elemento romantico e anche un po' utopico, tipico della produzione romance, qui viene mescolato a scelte che ci allontanano dal realismo storico, per strizzare un occhio al telespettatore moderno, sensibile a temi lontani a quella che era la concezione sociale ed economica del periodo trattato.
Nonostante tutto, la serie Bridgerton è stata ben accolta dai fan dei romanzi, che tollerano anche le modifiche apportate per adattare i romanzi al mezzo televisivo.
Diciamolo, Bridgerton è un fenomeno culturale unico, capace di affascinare e far riflettere allo stesso tempo.
Se non avete letto i romanzi di Julia Quinn e siete curiosi di saperne di più, questo è il link per leggere l'altro mio articolo, con una presentazione dettagliata di libri e trame. clicca qu
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