Agnese si reca in chiesa per confessarsi, ma l’animo
battagliero della nostra Amato si scontra con Don Saverio: Agnese tuo marito
può aver anche sbagliato, ma è tornato ed è pentito. Una è l’unione benedetta
ed è a quella che ti devi dedicare. Io non voglio neppure che mi si avvicini!
Agnese, il matrimonio è sacrificio.
Giuseppe prova a parlare con Salvatore. Io vivo per voi. Sono
consapevole che mi sono perso anni importanti della vostra vita, ma sono qui
per rimediare. Dunque, se posso esserti di aiuto, sono qua! Ti serve un aiuto in
caffetteria? Salvatore lo scruta in silenzio, ma poi si lascia convincere: va
bene. Vieni con me. Dobbiamo scaricare delle casse. Eccomi! Esclama Amato, ma
quando Agnese rientra, annunciando che non andrà a lavorare, perché non si
sente bene, Giuseppe, come un bravo marito, si offre di restare a casa per
aiutare sua moglie. No, vai! Sono stata sola tanto di quel tempo che oramai ci
sto benissimo.
Al Paradiso, nello spogliatoio, le ragazze valutano di fare un regalo a Roberta e anche Irene si dice bendisposta dimostrando di tenerci alla nostra ingegnera.
In caffetteria Salvatore rimprovera di continuo suo padre che a suo modo cerca di dare una mano. Marcello lo invita a moderare i toni, anche se può essere pesante, perché neanche per lui deve essere facile ricominciare a Milano.
Ripulendo un tavolo, il nostro Barbieri legge un articolo
sul giornale dove si parla di una rapina alle poste.
All’ora di pranzo, Agnese rimasta da sola a casa, ripensa ad Armando e al loro avvicinamento. Qualcuno bussa alla porta. È Armando che informato da Salvatore si è precipitato a casa della sua amata per assicurarsi che stesse bene ma appena i loro occhi si incrociano la passione li travolge. Si baciano e lasciarsi sembra impossibile, anche se il libretto di lavoro di suo marito, che Agnese ha trovato nel cassetto, sembra confermare la versione del marito: era a Dresda, una città della Germania Est e credibilmente, per i problemi con quella parte del paese, potrebbe non essere riuscito a mettersi in contatto con loro.
Beatrice approfitta della pausa al lavoro per raggiungere il
Paradiso, dove parla prima con Vittorio e poi con suo figlio: riprenderà gli
studi e passerà il Natale con suo cognato e Marta. Le sembra il minimo che possa fare per accontentare Pietro e ringraziare suo cognato per l’aiuto che gli ha dato
con il suo primogenito.
Giuseppe è impegnato a pulire il laboratorio della
caffetteria, quando, inavvertitamente fa cadere una ciotola con il formaggio
grattugiato che serve a Laura per le sue “nuvole Paradiso”. Il nostro Amato
sobbalza, affrettandosi ad afferrare la scopa, quando sopraggiunge la
pasticciera che non riconoscendolo gli chiede di lasciare il laboratorio. È mio
padre, le spiega Salvatore. Hai una socia femmina? Gli chiede incredulo Giuseppe.
Sì, Laura è mia socia.
Al circolo, Marcello, che è lì per una consegna, assiste
involontariamente al tentativo di Ludovica di ottenere il perdono di Umberto,
che si mostra però inflessibile: noi ti consideravamo un membro della nostra
famiglia e tu ci hai tradito. Sì, ma l’ho fatto, perché non volevo perdere
Riccardo e ora devo affrontare non solo il vostro risentimento, ma anche i
pettegolezzi e le malignità delle persone che mi hanno voltato le spalle. Mi
dispiace per te, ma non troverai accoglienza presso la mia famiglia.
Marcello le si avvicina, offrendogli la sua spalla, e
Ludovica, dopo avergli risposto male, si scusa. Non è un buon periodo per me…
Be’, se vuoi confidarti con qualcuno, io ci sono, le assicura Marcello.
Dopotutto, sono il miglior barista di Milano. Se cambi idea, sai dove trovarmi.
Rientrando in caffetteria, però, lo scagnozzo del Mantovano
lo ferma per strada. Sei impazzito! sbotta Marcello. Potrebbero vederci! Non preoccuparti.
Ci serve il tuo aiuto. Per fare che? Ci serve un alibi. Dirai ai carabinieri
che ieri il Mantovano ha passato la serata con te, sul retro di un locale ai
Navigli, giocando a carte. Siete stati voi a compiere la rapina. Sì, siamo
stati noi e tu ci coprirai. Non ho nessuna intenzione di farlo! gli chiarisce. Ho
quasi estinto il mio debito e presto mi libererò di voi. Non ti libererai mai
di noi, fino a quando camperai, perché tu ci servi, diversamente dalla tua
bella fidanzata…
Laura, prima di andare via, dà nuove disposizioni a
Salvatore. Giuseppe tace, ma una volta rimasti soli, gli chiede: ma tu ti fai
comandare a bacchetta da quella? Non mi faccio comandare da lei, ma il lavoro lo
affrontiamo così qui e lei è importante per questa caffetteria, perché da
quando è arrivata il nostro fatturato è aumentato del venti per cento. Non è
vero, Marcello? Chiede al suo socio che è appena rientrato, ma Barbieri è troppo
turbato per dargli ascolto.
Salvatore lo osserva preoccupato, ma poi lascia perdere,
sapendo di dover andare a fare la spesa, prima di tornare a casa.
Rimasto solo, Marcello afferra una bottiglia di liquore e un
bicchiere, deciso ad affogare i suoi problemi nell’alcool, quando all’improvviso,
dei carabinieri entrano nel locale.
Dove sei stato ieri intorno alle ventitré e trenta? Potrebbe
dire la verità, ma il timore che possa succedere qualcosa a Roberta lo costringe
a mentire: ero con il Mantovano. Tutta la notte? insiste il carabiniere. Marcello
tace qualche istante, infine, gli risponde: sì, tutta la notte.
È sempre più nei problemi.
La porta sul locale si apre nuovamente. È Ludovica, che ha
accolto il suo invito. Mi hai detto di passare, se avevo voglia di confidarmi
con il migliore barista di Milano. Sì, ma le cose cambiano da un momento all’altro.
Non puoi stare messo peggio di me, gli assicura Ludovica. Sono alla bancarotta
e ho perso l’amore della mia vita. Be’, io sono ricattato da un criminale che
potrebbe fare del male alla mia fidanzata, che ne dici? In effetti, tra i due,
forse tu sei quello messo peggio. Marcello, per avere tutto ho perso tutto. Tu,
invece, a cosa sei disposto a rinunciare per salvare il resto?
A casa Amato, Giuseppe parla della sua vita da emigrante e
ogni risentimento sembra venire meno, difronte ai sacrifici che ha dovuto affrontare,
ma quando dà dei soldi a Rocco per convincere anche Salvatore a uscire, Agnese sobbalza.
È chiaro il motivo per cui suo marito si è liberato dei ragazzi, ma lei non ha
nessuna intenzione di cedergli. Giuseppe si avvicina a sua moglie, ma lei si
tira indietro. Cosa stai facendo? Giuseppe le porge una rosa. So che mi hai
aspettato a lungo e ti sono grato per tutto quello che hai fatto per la famiglia,
così, come tu mi hai concesso tempo, io ti darò tempo.
Il laccio si stringe sempre di più e Agnese non sa come
liberarsene.
Cosa dire di questa puntata? Continuo a pensare che Giuseppe
Amato ne ha fatta una delle sue, per cui non è pienamente sincero, ma a tratti mi
fa pena, perché in fondo è il padre di Salvatore e lo zio di Rocco. Le reazioni
del nostro giovane imprenditore con il padre mi sembrano molto realistiche. È
esasperato, ma si sente anche in colpa e in effetti questo povero uomo le sta provando
proprio tutte per avvicinarsi al figlio e per stessa ammissione di Salvatore
non si risparmia.
Per quanto riguarda Marcello, finché non si deciderà a
collaborare con i carabinieri, non ne uscirà vivo. Anzi, se non sta attento,
rischierà di finire pure lui dietro le sbarre, ma io sono fiduciosa su questo
fronte: alla fine Marcello denuncerà il Mantovano e lo farà finire dietro le
sbarre, ma prima di giungere a quel punto dovremo soffrire.
Beatrice ha fatto passi avanti e riprenderà gli studi. Come
vi ho già detto, a me il suo personaggio piace. È una buona madre e una donna
orgogliosa che prova a farsi valere, barcamenandosi in una situazione non semplice.
Spiragli interessanti anche da Ludovica che ci offre altri
aspetti della sua personalità. Oggi ha chiesto scusa a Marcello…
A domani!
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