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Al Paradiso delle Signore dal romanzo allo schermo

Buongiorno amiche e amici del blog.

Per la rubrica Dal libro allo schermo, oggi parliamo di un capolavoro della letteratura mondiale, Al Paradiso delle Signore di Émile Zola del 1883.



Questa la trama a grandi linee:

È la storia, suggestiva, di una giovane ragazza di provincia, Denise, che dopo la morte dei suoi genitori è costretta ad abbandonare la piccola Valognes per trasferirsi nella grande Parigi insieme a due fratelli più piccoli. Lì incontrerà lo zio Baudu, mercante come era stato suo padre, che sostiene di aver trovato fortuna nella capitale e invece si dimostrerà, come tanti altri negozianti della zona, sull'orlo del lastrico a causa del grande emporio di proprietà dello spregiudicato Octave Mouret. L'universo femminile è qui indagato da Zola con grande lucidità e sapienza, mettendo ancora una volta in risalto la capacità di cogliere ogni significativo dettaglio del frastagliato panorama sociale francese di fine Ottocento (trama tratta dall'Edizione Fermento del 2015).

Ovviamente, accanto alla narrazione principale c'è una lettura lucida e spietata della società e del mondo economico in cui si trovano a vivere i personaggi.

Per una recensione appassionata del libro, vi lascio la mia, scritta per il blog "Leggo Rosa". Clicca qui per leggerla!

Inutile dirvi che me ne sono follemente innamorata, dopo aver visto la trasposizione televisiva della BBC, con Joanna Vanderham nei panni di Denise Lovett e Emun Elliott in quelli di John Moray.


La serie televisiva britannica si chiama The Paradise e fu trasmessa dal 25 settembre 2012 dalla BBC. In Italia è stata mandata in onda sul canale a pagamento Mya di Mediaset Premium dal 24 maggio 2014 e successivamente in chiaro dal 14 settembre 2014 su Laeffe. Esiste anche una seconda serie dello sceneggiato che è composta da altri otto episodi.
Prima di allora la storia della nostra protagonista e del suo datore di lavoro aveva trovato spazio in un muto degli anni Trenta,  e una nuova rappresentazione nel 1943.
Ecco come diviene la storia nella serie televisiva britannica:
Il Paradise è ambientato nel 1875 ed è il primo grande magazzino inglese, il cui proprietario è il vedovo John Moray. 



Denise Lovett è una giovane donna che si trasferisce in città dallo zio Edmund, uno dei commercianti che sono in concorrenza con il Paradise. Denise si fa assumere dal Paradise ed è subito notata da Moray come una stella nascente. Moray dipende finanziariamente da Lord Glendenning, che ha una figlia Katherine intenzionata a sposarlo. Una storia di amori, mistero e commedia.



Liberamente ispirata al romanzo di Zola è ancora la serie televisiva spagnola Velvet, creata da Ramón Campos e Gema R. Neira, trasmessa su Antena 3 dal 17 febbraio 2014 al 21 dicembre 2016. Ambientata in un grande magazzino, con annessa casa di moda di Madrid negli anni cinquanta, la serie è incentrata sulla storia d'amore tra la umile sarta Anna (Paula Echevarría) e il ricco proprietario della galleria, Alberto (Miguel Ángel Silvestre).
In Italia la serie è stata trasmessa su Rai 1 e Rai HD dal 27 agosto 2014 al 10 agosto 2017.



Il grande successo riscosso anche in questa versione iberica spinse anche noi italiani a dare una versione nostra dell'amore tra la giovane commessa e lo scrivo e misterioso proprietario che su Rai Uno diventano Teresa (Giusy Buscemi) e Pietro Mori (Giuseppe Zeno), sosotto la direzione di Monica Vullo, ed è andata in onda, in prima serata, su Rai 1 dall'8 dicembre 2015 e tuttora in corso, in versione daily con altri attori e personaggi. Della versione di prima serata rimangono solamente Alessandro Tersigni, Giulia Vecchio (Anna Imbriani) e Filippo Scarafia (Roberto Landi).


Da un'idea felice, passata alla storia come uno dei capolavori della letteratura mondiale,  è divenuto fonte di riflessione per i lettori e di ispirazione per le diverse iniziative sullo schermo, delle quali alcune continuano ancora oggi.
Opinione personale sul libro e lo sceneggiato:
Il primo è un classico della letteratura mondiale che mi ha emozionato, commosso e fatto riflettere. Se vi capita tra le mani, non perdetevi l'occasione di leggerlo, perché farete un regalo a voi stessi. Per quanto riguarda le diverse trasposizioni cinematografiche e televisive, non ho avuto modo di apprezzare il muto e il lungometraggio del 1943, ma ho visto tutte le serie televisive. Ho amato la versione della BBC, fatta molto bene, anche se la storia è diversa dal romanzo ed è distante dal nostro modo di pensare (si risente molto la mentalità britannica), ma nel complesso il prodotto è davvero ben confezionato e gli attori sono molto bravi. La serie spagnola ha elementi interessanti, anche se del romanzo resta ben poco, ma nel passaggio da una stagione all'altra la qualità del prodotto viene meno e molti sono gli sfilacciamenti anche nella strutturazione del prodotto.
Il prodotto italiano, creato per il serale, al momento resta il mio preferito, benché ci siano strafalcioni soprattutto nel finale, ma è quella che ha reso meglio e di cui mi sono innamorata a tal punto da creare un gruppo su Facebook che continua a seguire il daily con un discreto numero di iscritti.
 
Voto al libro: 10.
Voto alla serie della BBC: 8
Voto alla serie Spagnola: 6
Voto al serale di RAI UNO: 7,5
Voto al daily: 6,5








Commenti

  1. Sono l'unica a non aver mai digerito la morte di Pietro Mori e la scomparsa di Teresa Iorio, protagonisti assoluti nel serale?
    Insomma perché non dar loro un lieto fine?
    Non ho visto la versione della BBc e non ho nemmeno letto il libro purtroppo ancora, però credo siano normali i cambiamenti. E' normale che il mezzo televisivo sia diverso da quello cartaceo e che ad un certo punto percorra una storia tutta sua e anche che si risenta dell'atmosfera britannica in quello della Bbc.
    Credo che il successo del serale qui da noi si debba molto anche al fatto che raccontare gli anni Sessanta (nel serale si parte proprio a fine anni '50) tiri molto, perché è un periodo che piace molto al pubblico. Il livello di un daily non può esattamente mantenersi poi allo stesso del serale.
    Concordo su Velvet.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, no. Ci sono anch'io. Personalmente adoravo Pietro e Teresa. La morte di Mori mi è parsa assurda e ingenerosa nei confronti di chi lo ha amato. Con il senno di poi, è chiaro che Zeno non aveva dato la disponibilità a continuare, ma bastava far finire qualche istante prima l'episodio con i due innamorati che progettando di andare in America. Invece hanno rovinato tutto, lasciando il personaggio di Teresa senza un continuo, ancora una volta perché l'interpreta ha di meglio da fare. Cambiate l'attore, ma rispettate il personaggio! Io la vedo così.
      Il libro è bellissimo. Ci sono lunghe descrizioni e la scrittura è ottocentesca, ma ne vale la pena. Meraviglioso.

      Elimina
    2. Credo che Zeno avesse anche fatto bene tutto sommato. Le storie devono avere un inizio e una fine: è questo che le rende perfette nella loro imperfezione. Pietro e Teresa avevano fatto il loro percorso. Per me Teresa e Pietro dovevano stare insieme: invece il finale tragico di Pietro ha tagliato le gambe pure a lei, scomparsa nel nulla. Nemmeno la Buscemi credo volesse continuare quindi è un finale tragico inspiegabile. Considerando che poi i due erano molto ma molto carismatici, sia singolarmente che in coppia. Penso che il Paradiso come serale fosse fatto per quelle due stagioni e basta.
      Infatti le dico che ad oggi continuo a non vedere bene Vittorio come protagonista, sicuramente ha altre caratteristiche rispetto a Pietro, ma non prende la scena come lui, c'è poco da fare. Vittorio per me nel serale era un gregario, di classe, diverso da Pietro, ma pur sempre un gregario. E nel daily insomma....

      Elimina

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