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Nord e Sud di Elisabeth Gaskell citazioni


Citazioni sparse tratte dal romanzo "Nord e Sud" di Elisabeth Gaskell

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 La sua voce si era fatta più chiara e ferma. Il signor Thornton non diceva nulla, e lei continuava a cercare dei documenti che contenevano le proposte riguardanti la garanzia: perché era estremamente preoccupata che tutto venisse considerato come un puro e semplice accordo d'affari, da cui fosse lei a trarre il maggiore vantaggio. Mentre cercava questo documento, fu come se le si fermasse il cuore al sentire il tono con il quale il signor Thornton si rivolse a lei. La sua voce era soffocata, e vibrante di tenera passione, quando disse:

“Margaret!”
Per un breve attimo lei sollevò lo sguardo; e poi tentò di nascondere i suoi occhi lucidi, abbassando la testa e coprendosi il volto con le mani. Di nuovo, avvicinandosi, la supplicò chiamando con un altro fremito di passione il suo nome:
“Margaret!”
Lei abbassò la testa ancora di più; ancora più nascosto era il suo viso, che quasi sfiorava il tavolo davanti a lei. Le andò vicino. Le si inginocchiò accanto, per portare il viso più vicino al suo orecchio; e in un sussurro pronunciò parole palpitanti: “Attenta. Se non dite nulla, avrò la sorprendente presunzione di considerarvi mia. Mandatemi via, se me ne devo andare... Margaret!”


Era rimasta seduta abbastanza tranquilla, dopo un primo fuggevole sguardo che esprimeva un doloroso stupore, tanto che i suoi occhi parevano quelli di un bambino che si è imbattuto in un secco e inaspettato rifiuto: si dilatarono lentamente in una tristezza mesta e colpevole; e poi si abbassarono, e lei si piegò sul suo cucito e non disse più una parola. Ma lui non poté fare a meno di guardarla, e vide il suo corpo percosso dal fremito di un sospiro, come se un brivido insolito l'avesse scossa. Si sentiva come si sarebbe sentita una madre allontanata dalla sua creatura nell'atto di 'cullarla e coccolarla', prima che il suo mite sorriso, fiducioso della forza dell'amore materno, potesse mostrare il rinnovarsi di quel sentimento. Thornton dava risposte brevi e taglienti; si sentiva a disagio e contrariato, incapace di distinguere il serio dal faceto; impaziente anche solo di un suo sguardo, una parola, davanti ai quali prostrarsi con l'umiltà di un penitente. Ma lei non alzava lo sguardo né parlava. L'ago, guidato dalle sue dita tonde e affusolate, entrava e usciva dal cucito, in modo così sicuro e veloce, come se quello fosse il lavoro della sua vita. Non poteva provare qualcosa per lui, pensò, altrimenti la fervente passione del suo desiderio l'avrebbe spinta ad alzare i suoi occhi, anche solo per un istante, per leggere il pentimento tardivo in quelli di lui. Avrebbe potuto attirare la sua attenzione prima di uscire, di modo che con un qualche strano gesto rude, fatto di proposito, si sarebbe potuto guadagnare il privilegio di svelarle il rimorso che gli rodeva il cuore. Fu un bene per lui che una lunga camminata all'aria aperta mettesse fine a quella serata. Lo fece rinsavire e tornare alla sua seria determinazione: da quel momento in poi l'avrebbe evitata il più possibile, dato che la vista stessa di quel viso e di quella figura, il solo suono di quella voce - come dolci arie della più pura melodia - avevano un tale potere su di lui da privarlo dell'equilibrio. Bene! Aveva capito cos'era l'amore: un acuto dolore, un'esperienza atroce, e in mezzo alle sue fiamme si dimenava! (pag. 431)


Provava una certa riluttanza a sentir pronunciare anche solo il nome di Margaret; anche se la biasimava, anche se era geloso di lei, anche se la rinnegava, pur contro il suo volere l'amava disperatamente. La sognava; sognava che gli andasse incontro ballando e tendendo le braccia verso di lui, così gaia e leggera che lui ne era al contempo ripugnato e affascinato. Ma quella sua immagine - alla quale il carattere di Margaret era stato completamente sottratto, come se qualche spirito maligno si fosse impossessato solo della sua forma - era così profondamente impressa nella sua fantasia, che quando si svegliava faceva difficoltà a distinguere Una da Duessa; e l'avversione che provava per quest'ultima sembrava avvolgere e sfigurare la prima. E allo stesso tempo era troppo orgoglioso per riconoscere che era debole tanto da cercare di evitarla.(pag 426)


―non parlatemi più di questo. Non riesco neanche a pensarci. Forse sarebbe meglio che non le parlaste affatto, se dovete trattarla con la sufficienza mostrata dalle vostre parole. – Oh! Quello sguardo d’amore!‖ continuò lui, questa volta sussurrato tra i denti, perso nei propri pensieri privati. ―E quelle maledette menzogne, e la vergogna terribile che deve provare, l’hanno tolta dalla luce nella quale avrei pensato potesse vivere per sempre! Oh, Margaret, Margaret! – Madre, voi mi torturate! – Oh! Margaret, potreste mai amarmi? Sono un uomo rozzo e duro, ma non vi avrei mai spinta a dire una sola menzogna per me! (pag. 585)


Mentre i signor Thornton era occupato nelle presentazioni, Margaret lo guardava con occhi ansiosi. Era passato ben più di un anno dall'ultima volta che lo aveva visto; e tutte le cose che in quel lasso di tempo erano successe lo avevano cambiato tanto. La sua sottile figura lo faceva sembrare più alto degli altri uomini; e gli conferiva un aspetto distinto, per quella calma con cui si muoveva, che gli era naturale; tuttavia il suo viso pareva invecchiato e segnato dalle preoccupazioni; eppure da esso traspariva una nobile compostezza che, con la sua dignità interiore e la forza virile, impressionava quelli che lo avevano appena sentito della sua mutata situazione. Era consapevole, sin dalla prima occhiata alla stanza, che Margaret era lì; aveva colto il suo sguardo completamente assorto e nella sua attività mentre ascoltava il signor Henry Lennox; e andò verso di lei come un vecchio amico, i cui modi seguono regole ben precise. Alle prime calme parole che lui pronunciò, un evidente rossore fece avvampare le guance di Margaret, che per tutta la sera non ritornarono mai al loro colore naturale. (pag. 545)


Non sembrò nemmeno accorgersi quando si alzarono per congedarsi. Ad ogni modo si avviò verso l'uscita per accompagnare la signora Shaw alla carrozza. Mentre l'attendevano, lui e Margaret erano in piedi l'uno accanto all'altra in cima alle scale, ed era impossibile che il ricordo del giorno della sommossa non si insinuasse nella mente di entrambi. In quella di lui era associato ai discorsi del giorno successivo: l'appassionata dichiarazione di Margaret che non c'era uomo in tutta quella folla inferocita e disperata, di cui non le importasse più di lui. E al ricordo delle sue parole di scherno, la sua fronte si corrugò, sebbene il suo cuore palpitante traboccasse di sentimento.
“No!” si disse, “mi sono già esposto una volta, e ho perso tutto. Lasciala andare, con il suo cuore di pietra e la sua bellezza; com'è innaturale e terribile la sua espressione, nonostante quei bei lineamenti! Ha paura che dica cose che richiedono un duro rifiuto. Lasciala andare. Per quanto potrà essere una bella ereditiera, le sarà difficile incontrare un cuore più sincero del mio. Lasciala andare!”.
E non ci fu alcun rimpianto, né alcuna emozione nel tono della sua voce quando la salutò; e la mano offerta fu accettata con una risoluta calma, e lasciata cadere con noncuranza come fosse stata un fiore morto e appassito. Tuttavia nessuno in quella casa rivide il signor Thornton quel giorno. Era molto occupato, o così disse. (pag. 472)



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